Incrocio via Timeus
Sentiamo ora che cosa ci racconta questo nuovo amico albero:
“Sono un PLATANO, nome scientifico Platanus orientalis, appartengo alla famiglia delle Platanacee; la mia specie è di origine asiatica, sono molto longevo, amico della fauna seivatica che ospito nelle ramificazioni e nella larga chioma .
Io personalmente sono stato piantato in questo posto all’inizio del novecento, e la mia vita oscilla tra storia, mito e leggenda.
Nella Grecia antica ero venerato come pianta sacra alla Madre Terra, perché la forma delle mie foglie ricorda il palmo aperto di una mano che benedice.
Una leggenda racconta che la causa della perdita annuale della mia corteccia sia dovuta alla mutazione della pelle del demoniaco serpente che, dopo aver tentato Eva e causato la perdita dell’immortalità all’uomo, per sfuggire alla vendetta di Dio si nascose nella cavità di un mio antenato.
Sono fiero di essere stato rappresentato nel dipinto di van Gogh “I grandi platani” e di essere presente nella saga di Harry Potter come “Platano Picchiatore” (oggi più noto con il nome di “Salice schiaffeggiante”), l’albero magico che ha creato più di qualche problema al protagonista.
Basta però autocelebrarsi, vi racconterò alcuni fatti e curiosità del periodo storico di cui sono stato testimone per oltre cento anni.
Iniziamo con il palazzo Viviani-Giberti, oggi cinema Ambasciatori; realizzato in stile Liberty, il movimento artistico e filosofico che influenzò le arti figurative, l’architettura e le arti applicate nel periodo tra fine ottocento ed inizio novecento, e di cui esistono molte tracce in città.
La struttura nasce nel 1907 come Teatro Filodrammatico. Una curiosità: le imponenti statue femminili poste sopra i pilastri dell’ingresso sono conosciute dai triestini come Gigogin e Barbara, nomi di due famose “vedettes” dell’epoca, attive in una vicina casa di tolleranza.
Statue all'entrata del Cinema Ambasciatori
Del periodo antecedente lo scoppio della prima guerra mondiale desidero ricordare lo stile della società borghese nell’età della Belle Epoque, che modifica il gusto, gli abiti, gli atteggiamenti delle persone, favorito anche dall’arrivo della radio, delle prime automobili , dalla passione per lo sport e del tempo libero, passioni da sempre coltivate a Trieste.
Tra gli artisti mi piace ricordare la figura di Marcello Dudovich, le cui realizzazioni pubblicitarie furono influenzate anche dai lavori di Toulouse Lautrec, e quella di Umberto Alessandro Augusto Veruda, interprete molto personale della corrente impressionista molto diffusa all’epoca, grande ritrattista e molto legato al mondo culturale triestino (soprattutto a Italo Svevo).
Voglio lasciarvi con l’immagine di quel periodo felice, ascoltate ora le curiosità del mio giovane amico, l’ippocastano, che incontrerete più avanti.”